“Solo chi ha un caos dentro di sé può generare una stella danzante” scrive in “Così parlò Zarathustra” e potrebbe dirsi il motto della sua tribolata esistenza. Pensiero, questo nietzscheano, parafrasato da una nota canzone “Baila (sexy thing)” del bluesman Zucchero “Sugar” Fornaciari a dimostrazione di quanto cultura alta e cultura popolare siano più allineate di quanto non si pensi.
Gli influssi di Nietzsche sulla cultura popolare testimoniano del suo largo successo, anche – e soprattutto – al di fuori del dibattito accademico. Cito solo alcuni casi senza nessuna pretesa di esaustività: sempre Zucchero che gli ha dedicato la canzone “Nice (Nietzsche) che dice”; a seguire il rapper Mezzosangue che lo menziona spesso nei suoi testi; e poi nietzscheano è – non so quanto consapevolmente – anche un altro cantautore italiano del calibro di Vasco Rossi. A proposito di quest’ultimo, si prenda la canzone intitolata “Un senso” e si presti bene ascolto quando recita: “Voglio trovare un senso a questa vita / Anche se questa vita un senso non ce l’ha”. Strofe, queste di Vasco, che sulla scia del pensiero nietzscheano rivelano quanto ciascuno di noi sia figlio del caos primordiale – ciascuno di noi se lo porta dentro volente o nolente – e proprio questa nostra discendenza c’induce a ricercare spasmodicamente un ordine superiore improponibile, ma che ci è però indispensabile anche solo per dare un’approssimativa rotta alle nostre esistenze bisognose di senso e il cui senso – appunto – va ricercato vivendole.
In definitiva: vivere è ricercare senso, perlomeno è quanto ho dedotto studiando e rielaborando la filosofia nietzscheana.
Nietzsche nella cultura popolare
Gli influssi di Nietzsche sulla cultura popolare testimoniano del suo largo successo, anche – e soprattutto – al di fuori del dibattito accademico.

1 commento su “Nietzsche nella cultura popolare”